Sono l’ottava di nove fratelli, io sono nata nel 1942. La mentalità era che il primogenito doveva andare in negozio mentre le femmine rimanevano in casa ad aiutare la mamma e ricamare. Io vivevo bene, in casa mia non mi mancava niente perché eravamo benestanti. Però non potevo esprimermi perché appena aprivo bocca mi dicevano di stare zitta in quanto i maschi avevano la priorità.
In famiglia mi sentivo soffocare e allora ho chiesto alla mamma di poter andare in collegio perché avevo capito che in casa non avrei potuto far nulla. Avevo circa 10 anni. La mamma ha detto di sì con un po’ di dispiacere. Le suore mi hanno insegnato ad essere indipendente.